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La nuova difesa d’ufficio: cambia la nomina degli avvocati

Le nuove regole sulla difesa d'ufficio sono entrate in vigore da poche ore: all'alba del 10 luglio, infatti, gli avvocati nominati d'ufficio nei processi penali saranno presi da un unico elenco nazionale. Il CNF assicura che il nuovo sistema garantirà sempre un "legale di qualità" a chi resta invischiato in un procedimento penale.

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Messa alla prova: ecco le nuove regole dettate dal Ministero.

Con l'entrata in vigore, il 2 luglio scorso, del regolamento del ministero della giustizia sui lavori di pubblica utilità (decreto n. 88/2015), si amplia la possibilità di fare ricorso all'istituto della messa alla prova.

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Convocazione Assemblea dei soci - Camera Penale

Tutti gli iscritti alla Camera Penale di Termini Imerese, Cefalù e Madonie sono convocati, in Assemblea, martedi 14 luglio p.v. alle ore 12.00 in prima convocazione ed alle ore 12,30 in seconda convocazione, presso la nostra sede.

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Avvocati: se l’imputato, una volta scarcerato diventa irreperibile, la parcella la paga lo Stato

L’avvocato non deve improvvisarsi provetto “Sherlock Holmes” e seguire le tracce dell’imputato difeso d’ufficio che, una volta scarcerato, si è reso irreperibile. In tal caso, è legittimato a pretendere il pagamento della parcella nei confronti dello Stato.

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Anticorruzione: Torna la punibilità per concussione dell'incaricato di pubblico servizio

La legge anticorruzione (L. n. 69/2015 pubblicata in G.U. il 30 maggio 2015) recante "Disposizioni in materia di delitti contro la pubblica amministrazione, di associazioni di tipo mafioso e di falso in bilancio", mira ad un inasprimento del trattamento repressivo e sanzionatorio dei reati contro la P.A., in particolare per quanto riguarda i delitti di corruzione, concussione e peculato.

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Responsabilità dell'avvocato: Cassazione, niente risarcimento al cliente se non dimostra che una condotta diligente avrebbe arrecato un effettivo vantaggio

La responsabilità professionale dell'avvocato nei confronti del proprio cliente presuppone che sia data la prova del danno e del nesso causale tra la condotta negligente e il pregiudizio subito. Lo afferma la terza sezione civile della Cassazione (Sentenza n. 10526/2015) spiegando che è necessario verificare, secondo un giudizio probabilistico, se la condotta alternativa del professionista avrebbe potuto effettivamente determinare un vantaggio per il cliente.
 
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